25.07.2014

Avvenire, 25 luglio 2014, p. 13, recensione di un libro su Vladimir Ghika



LORENZO FAZZINI


(traducerea in limba română pe www.arcb.ro)

GHIKA 
Romania martire 

Biografie: Il nobile ortodosso che si fece cattolico e non abbandonò il suo popolo sotto il comunismo

Spesso la storia, anche recente, della Chiesa svela dei personaggi le cui opere e parole si stagliano come e­sempi di eccelsa te­stimonianza. Appar­tiene a questa categoria Vladimir Ghika, il cui nome ai più non dirà granché. E che però in Romania e nell’ambiente cristiano francese è stato un personaggio degno di me­moria per le sue iniziative concre­te ed intellettuali, così come per l’intreccio di relazioni di cui è sta­to protagonista.
Chi era Vladimir Ghika, la cui pa­rabola di vita si è svolta tra il 1873 e il 1954? Era il figlio dell’ex mini­stro degli Esteri di Romania, Ioan Ghika, e membro di una delle fa­miglie più prestigiose di quel Pae­se: nipote dell’ultimo sovrano di Moldavia, Gregorio Ghika (1849-1856), sua madre era discendente di Enrico IV di Francia. Nato orto­dosso a Costantinopoli, dove il pa­dre si trovava per lavoro, Vladimir studia diritto a Tolosa, politica a Parigi, filosofia a Roma. E nella Città eterna fa il suo ingresso (1902) nella Chiesa cattolica. Alla do­manda sul perché di tale scelta, V­ladimir rispondeva: «Per essere un ortodosso migliore».


Ben presto subisce il fascino di san Vincenzo de’ Paoli, fondatore del­le Figlie della carità: sarà lui a far ar­rivare queste suore in Romania. Durante la prima guerra mondia­le risiede a Roma. Qui dà prova di qualità caritative eccezionali, so­stenendo vittime, feriti, tuberco­lotici, poveri… Nel 1923 si fa pre­ponderante in lui la vocazione al sacerdozio: diventa prete a Parigi e riceve il permesso di celebrare se­condo i due riti, quello latino e quello orientale.



È in riva alla Senna che sboccia quella rete di relazioni che pongo­no Ghika al centro di un milieu cul­turale di prim’ordine: frequenta i coniugi Maritain, Jacques e Rais­sa, si fa amici René Bazin, Louis Massignon, Paul Claudel, il futuro cardinale Charles Journet e il padre domenicano Garrigou-Lagrange. Sono questi alcuni dei nomi che Mihaela Vasiliu mette in evidenza nella biografia spirituale Vladimir Ghika. Il principe martire, in cui il pensiero del beato (nel 2013 è sa­lito agli onori degli altari) viene commentato a lungo. Ma anche sul piano storico-ecclesiale Ghika ha alcuni meriti invidiabili: nel 1914 a Roma è il motore dell’incontro tra il cardinale di Malines-Bruxelles, Désiré-Joseph Mercier, e l’allora ministro degli Esteri francese, Ari­stide Briand. Dopo la rottura di­plomatica a seguito della legge del­la laicità del 1905, quel faccia a fac­cia segna la ripresa dei contatti tra il Vaticano e Parigi. Ancora: «Tra il 1921 e il 1925 – evidenzia Vasiliu – hanno luogo cinque riunioni tra gli anglicani e i cattolici. Sono note con il nome di Conversazioni di Malines e costituiscono l’innesco del dialogo ufficiale tra gli anglica­ni e i cattolici. Ghika partecipa at­tivamente a questo dialogo. I suoi rapporti di amicizia con lord Hali­fax [anglicano, ndr] e il cardinal Mercier hanno reso possibile que­sta importante mediazione».


Non stupisce dunque che un per­sonaggio di questo calibro abbia terminato i suoi giorni nelle ma­glie assassine del socialismo reale. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trova in patria: resta in Romania per aiutare il suo popo­lo, «per fare per amore ciò che si deve fare per dovere». Dopo la fine del conflitto e l’avvento del comu­nismo nel ’47, la sua dirompente personalità viene messa sotto con­trollo dalle autorità. «La sua fami­glia ottiene per lui l’autorizzazione a lasciare la Romania – annota Va­siliu – ma egli sceglie di restare con il suo popolo». Ghika viene arre­stato il 18 novembre 1952; il 24 ot­tobre dell’anno seguente viene condannato e imprigionato nella fortezza di Jilava, nei pressi di Bu­carest. A causa degli stenti e delle terribili condizioni di vita muore il 16 maggio 1954. Il suo testamento sono parole pronunciate addietro: «La nostra morte deve essere il grande atto della nostra vita, ma Dio è l’unico a poterlo sapere». 



 Mihaela Vasiliu 


VLADIMIR GHIKA 


Il principe martire 


Paoline. 
Pagine 144. 
Euro 13,50

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